Muri del pianto e cattedrali del consumo
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/7852Parole chiave:
Perdita, Omicidio, Memoriale, Cementificazione, VittimaAbstract
Immaginate che per costruire una città sia sempre necessario uccidere. Se il lutto serve a qualcosa, ci sarà chi commisera le vittime, celebra le ricorrenze e fa i conti con gli assassini. Ogni città esiste in un luogo che è già stato violentato. Costruiamo a dismisura le città contemporanee e rimuoviamo tutto quello che dovrà ancora essere irrimediabilmente perduto a causa del nostro desiderio e della nostra necessità di costruire. Gli architetti responsabili vorrebbero esprimere un sincero senso di cordoglio per queste perdite. Potremmo chiamarlo “lutto radicale” per una perdita irrinunciabile. Indugiano diligenti davanti a un muro del pianto mentre sono attratti dalle cattedrali del consumo. Le vittime sacrificali sono fantasmagorie. Si ripresenta il “meccanismo vittimario”. I martiri del progetto escludono sempre qualcosa che non vogliono conoscere. Sacrificheremmo ancora la cosa più preziosa che abbiamo per la gloria della città?Downloads
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Copyright (c) 2018 Claudio Sgarbi, Ali Navidbakhsh
I diritti d'autore e di pubblicazione di tutti i testi pubblicati dalla rivista appartengono ai rispettivi autori senza alcuna restrizione.
Questa rivista è distribuita con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale 4.0 Internazionale (licenza completa).
Vedere anche la nostra Open Access Policy.
Metadati
Tutti i metadati dei materiali pubblicati sono rilasciati in pubblico dominio e possono essere utilizzati da ognuno per qualsiasi scopo. Questi includono i riferimenti bibliografici.
I metadati – riferimenti bibliografici inclusi – possono essere riutilizzati in qualsiasi formato senza ulteriori autorizzazioni, incluso per scopo di lucro. Chiediamo cortesemente agli utenti di includere un collegamento ai metadati originali.