Architettura come spazio liminale

Autori

  • Nilly Harag Università di Gerusalemme

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/5923

Parole chiave:

Limite, Empatia, Soglia, Progettazione, Curiosità

Abstract

Il progetto d’architettura deve derivare la propria origine dalla combinazione di immersioni interne ed esterne, fra limiti fisici o immaginari. La sfida più urgente è quella di diffidare della netta divisione dell’architettura in distinti campi di conoscenza e porre l’agire dell’architetto su di una soglia tra universale e particolare. L’architettura è una lente, uno strumento attraverso il quale si guarda per mettere a fuoco nuove prospettive, attivando la trasformazione dell’esperienza dall’ingrandimento di uno spazio di auto-riflessione a un più ampio orizzonte. L’architettura narra le relazioni tra gli spazi e verifica la propria validità attraverso la significativa pratica del disegno. Il Design, invece, preso in sé stesso, diviene il linguaggio della moda corrente. L’architettura può appagare i sogni degli uomini e miracolosamente può fornire loro strumenti per inventarne di nuovi: la curiosità è il primo movente all’azione.

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Pubblicato

2015-11-30

Come citare

Harag, N. (2015). Architettura come spazio liminale. IN_BO. Ricerche E Progetti Per Il Territorio, La Città E l’architettura, 6(3). https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/5923