Police de l’esthétique. Autogoverno e controllo delle trasformazioni sul patrimonio edilizio storico a Saint-Macaire
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/14924Parole chiave:
Urbanistica, autogoverno, città storica, edilizia residenziale pubblica, patrimonioAbstract
L’esperienza cinquantennale di riflessioni, restauri, progetti alla scala architettonica, urbana e socio-economica promossi nella cittadina di Saint-Macaire, sulla Garonna presso Bordeaux – esperienza definita da Françoise Choay “manifesto d’ottimismo in merito alla sopravvivenza della nostra competenza di edificare,” – costituisce un caso di riappropriazione popolare della città storica che ha il pregio della continuità fino all’oggi. Dal cantiere di restauro del chiostro benedettino – il prieuré –, voluto e gestito dai giovani del paese a partire dal 1967, si è passati a traguardare il potere municipale, ben presto raggiungendolo. La fitta attività culturale e associativa promossa da tale posizione ha determinato forme di autorganizzazione sociale che hanno prodotto un’esperienza di sostanziale pianificazione dal basso: in più di tre decenni di governo comunale è stato possibile integrare nella città storica attrezzature collettive collocate in monumenti storici, edilizia residenziale pubblica in edifici rinascimentali, riappropriazione del savoir-faire artigianale, nuovi e vecchi abitanti.
Nel saggio si ricostruiscono le fasi di tale esperienza di gestione collettiva delle trasformazioni urbane e si affronta, attraverso esempi macariani, il tema della ricerca permanente di dominio da parte dei detentori del potere culturale ai danni di chi ne è privo, in particolare in materia di controllo dell’estetica urbana e architettonica.
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