Didattica urbanistica e spazi del sacro: riallacciare una relazione necessaria
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/14852Parole chiave:
spazi del sacro, riti urbani, didattica della pianificazione, migrazioniAbstract
Il rapporto tra didattica della pianificazione e spazi del sacro è ambivalente. Da una parte i corsi di storia urbana evidenziano il rapporto tra spazi del sacro e storia della città, dall’altra la pianificazione contemporanea ha perduto il senso della loro rilevanza. La struttura urbana della città storica discende dall’articolazione gerarchica di architetture religiose di diverso ordine e grado, che condizionano in modo determinante lo skyline e l’organizzazione degli spazi pubblici. Ciò vale per la città antica, ma è vero soprattutto per la città medievale e moderna, i cui codici estetici e compositivi trovano la loro chiave di volta nell’articolazione tra edilizia specialistica religiosa ed edilizia di base. Il rapporto tra città e spazio sacro è altrettanto evidente nella città islamica tradizionale. Tuttavia, la pianificazione ha perduto il senso della rilevanza dello spazio sacro nella città contemporanea, una rilevanza che riemerge oggi sotto molteplici forme. Il presente contributo afferma la necessità di riallacciare questa relazione, alla luce delle trasformazioni urbanistiche che hanno caratterizzato le città nell’ultimo mezzo secolo e dei cambiamenti che hanno investito la struttura demografica della città italiana negli ultimi decenni. Tra i problemi rilevanti in una possibile agenda didattica e di ricerca vi sono il tema del rapporto tra spazi del sacro, società multietnica e identità, e quello della relazione tra produzione dello spazio e dimensione simbolica dell’abitare.
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