Shinto vernacolare e cultura per l’artigianalità giapponese: un modello di spiritualità immanente per il laboratorio di progettazione occidentale
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/14753Parole chiave:
formazione architettonica, immanenza, Shinto, etica delle virtù, pratiche artigianaliAbstract
Quando si discute del ruolo del sacro nell'educazione alla progettazione architettonica, la conversazione si concentra su una divinità trascendente, il paradigma dominante della divinità in Occidente. Questo orientamento verso un divino altro sottolinea la separazione di rari e specifici atti di progettazione per il divino dalla maggior parte dei progetti che studenti e studentesse intraprendono durante la formazione e, successivamente, nella pratica. Si potrebbe invece dare maggiore valore alle esplorazioni di forme immanenti di divinità; di spazi e oggetti che non sono infusi di significato spirituale dal loro orientamento verso qualche altra divinità superiore, ma dalla divinità presente in loro stessi. Un orientamento immanente negli corsi di progettazione può aggiungere strati di significato ai progetti finiti e sovrapporsi ai processi stessi di progettazione e produzione, trasformandoli da semplici atti di produzione in atti spirituali di comunione con il divino.
Cercando come modello una cultura del progetto i cui processi e prodotti sono intimamente intrecciati con l'immanente-divino, questo articolo propone uno studio delle pratiche artigianali giapponesi e della religione nativa giapponese dello Shinto. Enfatizzando la pratica rispetto al dogma, la Shinto vernacolare permea la cultura giapponese moderna, in particolare le sue tradizioni artistiche e architettoniche. Da questa fusione tra Shinto e artigianato giapponese contemporaneo, il presente lavoro ricava tre lezioni fondamentali per i progettisti occidentali ed esplora i modi per incorporare queste lezioni nell'educazione architettonica occidentale.
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