La città del XXI secolo: dal welfare state alla welfare society
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/1323Abstract
La pianificazione moderna mirava al massimo livello di benessere degli individui e della comunità, modellandosi sulle effettive necessità delle persone: nei vecchi manuali di urbanistica (Rigotti, 1952) compare come appendice al piano regolatore il “Piano dei servizi”, che comprendeva i servizi distribuiti sul territorio circostante, una sorta di piano regolatore sociale, per evitare quartieri separati per fasce di popolazione o per classi. Nella città contemporanea la globalizzazione, le nuove forme di marginalizzazione e di esclusione, l’avvento della cosiddetta New economy, la ridefinizione della base produttiva e del mercato del lavoro sono espressioni di una complessità sociale che può essere definita sulla base delle transazioni e gli scambi simbolici piuttosto che sui processi di industrializzazione e di modernizzazione verso cui era orientata la città storica, adattata alla modernità. Tutto ciò costituisce quel complesso di questioni che attualmente viene definito “nuovo welfare”, in contrapposizione a quello essenzialmente basato sull’istruzione, sulla sanità, sul sistema pensionistico e sull’assistenza sociale.Downloads
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