Un percorso virtuoso fra sinagoghe di ghetto e sinagoghe dell’Emancipazione: la riscoperta dell’ebraismo veneto
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/6479Parole chiave:
Sinagoga, Verona, Padova, Venezia, Comunità ebraicheAbstract
Le celebrazioni inerenti ai 500 anni dell’istituzione del Ghetto di Venezia (1516-2016) rappresentano un primo spunto di riflessione sulle comunità ebraiche venete o su quanto ne rimane. Venezia, in primis, ma anche Padova e Verona, sono sedi di comunità ebraiche e di sinagoghe innalzate in diversi periodi storici (dalle sinagoghe cinquecentesche veneziane alla sinagoga novecentesca veronese), evidenza architettonica e urbana delle diverse vicende storiche che hanno interessato le città venete. L’Emancipazione Ottocentesca ha portato gli ebrei fuori dai ghetti e ha consentito la realizzazione di sinagoghe ampie, imponenti, dalle forme moresche nelle varie declinazioni stilistiche: come si sono rapportate a questo fenomeno le comunità ebraiche venete? Dove sono le sinagoghe ottocentesche? Come sono organizzate le piccole comunità ebraiche tutt’oggi esistenti? Il recente restauro di alcuni templi di culto (Verona e Padova) consente di ampliare la riflessione individuando gli elementi delle sinagoghe di ghetto e le architetture delle sinagoghe ottocentesche, proponendo un percorso storico –artistico di collegamento fra le città venete. Una riflessione specifica riguarderà la sinagoga di Conegliano Veneto, ora non più esistente, ma ricostruita in Israele. La tematica del riuso dei templi di culto ebraici è affrontata dalle singole comunità ebraiche con approcci e obiettivi diversi anche all’interno della stessa Regione: la ricerca mira all’analisi e alla comparazione dei singoli casi con il raffronto di qualche esempio estero. Un esempio virtuoso è offerto dalle sinagoghe piemontesi, felicemente raccordate e organizzate dalla Comunità Ebraica di Torino.Riferimenti bibliografici
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