Dall’abbandono del patrimonio edilizio al suo riuso in un nuovo contesto di beni a rete: le linee d’acqua e le industrie della carta nel Lazio
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/3482Parole chiave:
archeologia industriale, costruzione storica, sistema informativo territoriale, recupero edilizio, patrimonio architettonico, cartiereAbstract
Nel panorama dell'edilizia industriale del Lazio spiccano alcuni insediamenti significativi per la dipendenza dall'acqua come elemento fondamentale nel ciclo produttivo. In particolare sono numerosi, in precisi contesti laziali, gli stabilimenti per la produzione sia della carta sia delle fibre tessili artificiali, cioè quegli insediamenti produttivi che, per gli aspetti tipologici e costruttivi ma soprattutto per il mutato rapporto con gli insediamenti urbani di riferimento, possono assumere nuove valenze se interpretati come nuovi nodi di una rete di produzione di beni o di servizi.
Una lettura puntuale dell’insieme di tali stabilimenti in abbandono nel rapporto stabilito con l’ambito naturale delle “linee d’acqua” e con quello artificiale dei tessuti urbani di Isola del Liri e Tivoli, può permettere di evidenziare le potenzialità insite in quei “residui” sia in relazione alla componente dello spazio costruito che alla riqualificazione dell’ambiente naturale.
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