Il paradosso del vero ritratto: potere e altre implicazioni nelle immagini di città del tardo Rinascimento
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/13934Parole chiave:
vista dall'alto, rappresentazione, mentalità, città, storiaAbstract
Il contributo illustra il paradosso fra il desiderio espresso in modo generalizzato di verare, cioè raffigurare al vero la città e il risultato di tale riproduzione che assai spesso coincide con una vista dall’alto, per i tempi, il tardo Cinquecento, rara, se non impossibile. Vengono indagate le implicazioni antropologiche di tale dispositivo concettuale, che rimanda in generale all’esigenza di dominare lo spazio. Le numerose declinazioni in cui ciò avviene, tuttavia, non pertengono soltanto l’ambito politico o amministrativo, ma anche l’ampio campo dei saperi e delle certezze religiose, non a caso messe sempre più in forse dall’avanzata della Riforma protestante. La veduta dall’alto, ricca di fascino poiché procura vertigine e illude di vedere come vede Dio, non è un caso allora se diventa uno stratagemma espressivo in un periodo di perdita di certezze e di rifondazione di saperi come i decenni cruciali di passaggio fra Rinascimento e Barocco.
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