Strutture ecclesiastiche medievali, dinastia e comunità: i poli religiosi nelle rappresentazioni del Theatrum Sabaudiae (1682)
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/12782Parole chiave:
storia dell'architettura, storia urbana, architettura medievale, luoghi del potere, paesaggi urbaniAbstract
Il Theatrum Sabaudiae è la principale impresa iconografica e corografica promossa dalla dinastia sabauda: sviluppata nel terzo quarto del Seicento, è pubblicata in prima edizione ad Amsterdam nel 1682 e presenta un corpus grafico di 3 carte e 132 vedute. Alle tavole sono associate relazioni descrittive, che rendono il Theatrum una rappresentazione dinamica dello spazio sabaudo, colto nel momento della ricomposizione di corpi territoriali assemblati, con strumenti diversi, tra XII e XVI secolo. La letteratura storico-architettonica ha finora sottolineato soprattutto la dimensione proiettiva dell’opera, manifesto ideologico della formazione dello Stato assoluto. Il presente contributo intende tuttavia indagare se sia possibile ipotizzare anche un’ermeneutica continuista dell’opera editoriale, finalizzata non solo a sottolineare il ruolo dei nuovi capisaldi dinastici, ma anche a fare memoria dei riferimenti legittimanti stratificati e dei luoghi espressione dei poteri – anche religiosi – che fino ad allora avevano inquadrato la vita delle comunità locali, tanto urbane quanto rurali e alpine. Orientando lo studio verso l’analisi dei poli religiosi post-tridentini, la ricerca indaga l’immagine – sovente ancora medievale – delle strutture e degli spazi relativi all’organizzazione diocesana, alla vita dei regolari e alla devozione, espressione di una pluralità di interessi e di retaggi storici stratificati a partire dal basso medioevo dinastico e comunale.
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