Rinnovo digitale: BIM per l’ambiente costruito

Autori

  • Simone Garagnani Università di Bologna

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/8826

Parole chiave:

HBIM, Heritage BIM, Cultural heritage, Built domain, historic architecture

Abstract

La letteratura scientifica relativa all’adozione del Building Information Modelling è incredibilmente cresciuta negli ultimi anni, sebbene sia ancora carente di flussi di lavoro formali e generali effettivi dedicati esplicitamente al dominio edificato. Il significato del termine HBIM, spesso abusato per descrivere un processo digitale applicato a costruzioni esistenti, è giudicato male a torto, in quanto è soprattutto una metodologia comparativa tra le indagini digitali e le loro astrazioni 3D derivate, non un generico acronimo che possa essere usato quando ci si riferisce all’intera digitalizzazione dell’ambiente costruito.

L’accettazione informata di metodologie digitali e procedure per edifici esistenti (non necessariamente monumenti o siti archeologici), come pure l’adozione sui nuovi edifici di un approccio BIM al ciclo di vita, è una decisione strategica che, comunque, richiede di essere valutata correttamente quando si considerino i flussi di lavoro ottimali da preferirsi di tanto in tanto. Altresì, l’intervento su edifici consolidati o servizi deve seguire un percorso fatto di procedure e modelli digitali intrecciati, seguendo schemi di complessità crescente. I due elementi, processo e modelli, sono profondamente intrecciati anche se il primo non è ancora esplicitato per il posteriore, dovuto ad uno stadio embrionale di standardizzazione e, forse, seriamente confuso da qualcuno con la politica. Dalla prospettiva del software, le strutture interoperabili di dati e di formati di file che considerano le informazioni per i ripristini ed i rinnovamenti sono in via di sviluppo in tutti i Paesi europei. Quindi, questo paper approfondisce le considerazioni, le implicazioni e gli effetti di un'adozione possibile, matura ed informata dell'IT e delle tecnologie digitali per gli intenti di restauro, rinnovamento e progetto della documentazione. Introducendo alcune riflessioni i cui risultati sono rappresentati dall'applicazione del romanzo ha dedicato le strategie misura su attrezzatura avanzata per capire meglio il regno attuale (prossimità TLS ed indagini dei UAVs, uso dei sensori, ecc.), l’articolo inserisce nel dibattito alcuni scenari futuri sugli usi delle tecnologie semantiche sempre più collegate, proponendo una tecnica consolidata intesa per esaminare, analizzare e replicare gli edifici esistenti nei modelli semantici del BIM. Inoltre, l'interpretazione di dati operata dalle macchine potrebbe essere lo scenario più promettente per la transizione digitale nell'ambiente costruito: quando la maggior parte dei contenuti di conoscenza su edifici e monumenti non saranno più comprensibili soltanto alla percezione umana, ma saranno estesi alla macchina con una lingua digitale comune, l'analisi, le stime e gli schemi operativi differenti probabilmente permetteranno la scelta del giusto intervento con molte alternative, conducendo ad una qualità aumentata per i restauri e le riqualificazioni.


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Pubblicato

2018-12-27

Come citare

Garagnani, S. (2018). Rinnovo digitale: BIM per l’ambiente costruito. IN_BO. Ricerche E Progetti Per Il Territorio, La Città E l’architettura, 9(13), 128–135. https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/8826