Città e territori di democrazia. Una riflessione su politiche urbane e pratiche dal basso, su tramando ed evoluzione dell’urbanistica
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/17071Abstract
La connessione tra le forme di esercizio del potere e quelle dello spazio va posta sotto continua osservazione. In un ecosistema coevolutivo, dove le società locali trasformano (e si trasformano con) gli ambienti in cui esse vivono, un perturbamento nelle modalità dell’abitare e del produrre finisce per perturbare anche le forme di governo, e viceversa. In questo moto di divenire e con-divenire, condizione di salvaguardia della democrazia è la tutela di ciò che qui chiamiamo città e territori democratici, dei quali abbiamo collettivamente tentato di circoscrivere senso, caratteri, limiti. Se essi siano espressioni reali o utopiche, constatazione o desiderio; se esistano modelli per attuarli; se esistano parametri che ne identificano la democraticità; se un’estetica li contraddistingue: a tali interrogativi cerchiamo di dare risposta nel presente numero della rivista in_bo.
Nella prima sezione del presente fascicolo, l’analisi della condizione di permeabilità delle istituzioni democratiche da parte dei poteri mercantili ha fornito i mezzi per comprendere se la pianificazione sia tuttora in grado di produrre immaginari, elaborare modelli, sostenere – simbolicamente e praticamente – l’elaborazione di paesaggi di radicamento.
L’urbanistica torna a farsi promotrice di progetti ad ampio spettro sociale e ambientale allorquando essa sia sostenuta da un nomos derivante dal discernimento collettivo. A questo complesso argomento è dedicata la seconda sezione del fascicolo, che raggruppa esempi di micropolitiche alternative al modello di sviluppo capitalistico e alla concezione antropocentrica.
La terza sezione accoglie una riflessione che chiama in causa il tramando e il lessico dell’urbanistica, nonché il suo rinnovo. Numerosi fili tematici ne legano i contributi: se lo strumentario urbanistico sappia assorbire l’accelerazione dei cambiamenti in atto, se sappia orientarne l’evoluzione, se abbia coniato un linguaggio capace di rappresentare la fluidità del tempo presente; se l’ibridazione tra tecnica del piano e tecnica digitale generi progressi virtuosi.
Downloads
Pubblicato
Come citare
Fascicolo
Sezione
Licenza
Copyright (c) 2023 Ilaria Agostini, Luigi Bartolomei, Elena Franco
Questo articolo è soggetto a licenza Creative Commons Attribution-NonCommercial 3.0 Unported License.