A chi appartiene la città? Strumenti di riappropriazione dello spazio pubblico in una città disegnata (ancora) da uomini. Il caso studio di CHEAP a Bologna

Autori

  • Gioacchino Piras Sapienza Università di Roma
  • Silvia Mazzaglia Università degli studi di Milano - Bicocca

DOI:

https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/14820

Parole chiave:

geografia di genere, urbanistica, città patriarcale, spazio urbano, arte pubblica

Abstract

Le città contemporanee sono ancora immaginate e pianificate secondo schemi culturali e urbanistici che reiterano geometrie complici del sistema capitalista e patriarcale. In questo processo, i governi cittadini assumono un ruolo centrale attraverso la promozione di politiche e regole aziendaliste da un lato, e progetti di pianificazione urbana escludente dall’altro lato. In entrambi i casi, l’utente ideale della città rimane l’uomo, bianco, cisgender, eterosessuale, abile o comunque i nuclei familiari che vedono questa figura al centro riproducendo la norma ciseteropatriarcale.

In questo articolo, dopo aver ripercorso le posizioni di alcune autrici che hanno analizzato e problematizzato la questione dello spazio urbano contemporaneo attraverso le lenti di una prospettiva intersezionale, verrà presentato il caso studio di CHEAP, un collettivo bolognese di arte urbana che, attraverso la pratica della poster art, problematizza la normativizzazione dello spazio pubblico.

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Pubblicato

2023-06-01

Come citare

Piras, G., & Mazzaglia, S. (2023). A chi appartiene la città? Strumenti di riappropriazione dello spazio pubblico in una città disegnata (ancora) da uomini. Il caso studio di CHEAP a Bologna. IN_BO. Ricerche E Progetti Per Il Territorio, La Città E l’architettura, 14(18), 118–129. https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/14820