Suonate, entrate, qualcuno vi accoglie
Il restauro del monastero di San Masseo ad Assisi a cura della comunità monastica di Bose
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/12455Parole chiave:
San Masseo, monastero, restauro, rigenerare, edificio religiosoAbstract
Ogni luogo ha una storia e carattere nel quale convergono gli aspetti morfologici e con altrettanta forza gli elementi che l’umanità vi ha portato. Se quel luogo è un monastero si assomma quella presenza indefinibile, al contempo quasi palpabile, costituita dalla vita degli uomini e delle donne che là anno dopo anno hanno lavorato, pregato e accolto pellegrini. Rigenerarne gli spazi è impegnativo ma al contempo riveste un grande fascino, chiede coraggio e libertà per ricordare che non siamo soli, ma siamo accompagnati dalla lunga schiera di uomini e donne che là hanno abitato giorno dopo giorno per imparare la difficile e meravigliosa arte del vivere. Rigenerare un edificio non è una operazione di adeguamento funzionale o di rivestimento di contemporaneità. È un esercizio culturale: ascoltare, comprendere e scoprire il carattere dell’edificio per farne ricominciare una nuova vita. Rigenerare è una operazione profetica attraverso la quale lo spazio costruito ritorna a vivere di vita propria, secondo le forme, i ritmi, le modalità che chi lo abita susciterà. Il progetto quindi non può esimersi dal prendere posizione verso la realtà, verso la società, verso la polis, in cui si colloca e nel caso di un edificio religioso verso la chiesa nella quale si trova. I dieci anni di studio, prima del progetto di restauro del monastero di San Masseo (Assisi), ci hanno permesso di comprendere alcune coordinate necessarie per poter vedere, al di là dell’abbandono, delle macerie, delle superfetazioni ciò che le pietre viventi ci narrano.
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