Beni culturali ecclesiali e dismissione del patrimonio monastico
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/12353Parole chiave:
beni culturali ecclesiali, cose sacre, cose preziose, patrimonio monastico, dismissione dall'uso sacroAbstract
Il lavoro prende le mosse dall’analisi della rilevanza dei culturali ecclesiali per l’ordinamento della Chiesa, per la funzione simbolico-rappresentativa dei valori spirituali incarnati nella tradizione ecclesiale, e rileva la necessità di prevedere appositi strumenti di tutela che ne promuovano la fruizione da parte della comunità. Applicando una interpretazione estensiva della nozione di sacralità, si ritiene di poter estendere ai beni dei patrimoni monastici la qualifica di beni culturali ecclesiali, connotati dai caratteri di preziosità, culturalità e sacralità. Per garantire il rispetto del valore simbolico-sacrale di tali beni anche quando non sia possibile mantenere la destinazione originaria, si propone di adattare, di fronte alla mancanza di norme specifiche, le disposizioni vigenti per la riduzione ad uso profano dei luoghi di culto che stabiliscono precise condizioni e cautele per assicurare il decoro dovuto alla loro dignità intrinseca.
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