2020: Odissea nello spazio
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/11624Parole chiave:
viaggio, racconto, covid-19, città, domesticoAbstract
Il racconto del viaggio si riconferma come uno strumento fondamentale per la narrazione dello spazio, acquisendo nuove forme alla luce della pandemia globale. In un parallelo tra cinema, architettura e letteratura, il saggio indaga cinque modi dell'esplorare, compiendo un percorso scalare che dall’ignoto extraterrestre ingrandisce sulla città ed il territorio, concentrandosi poi sullo spazio domestico. Dalla connessione di esempi tra loro eterogenei emerge un punto comune, ossia la doppia natura di reale o fittizio, introverso o estroverso, che caratterizza le narrazioni di una coesistenza contraddittoria di opposti. Il viaggio, inteso come una registrazione di un luogo, non risulta solo essere il percorrere (o il raccontare) una traiettoria che attraversa dei territori, ma un andamento non lineare composto da avanzamenti e retrocessioni, ingrandimenti e aperture di sguardo. La meta è talvolta assente o incerta, richiamando in particolare la situazione di indefinitezza e incognito dell’attuale scenario indotto dalla pandemia globale del Covid-19. Lo stato di emergenza ha sospeso e alterato le narrazioni della città, sovvertendo il modo di raccontare e fruire lo spazio, mutando rapporti, scale e dimensioni. Inseriti così in un racconto pandemico collettivo, si vivono viaggi introspettivi e indivi- duali. Se le condizioni di fruizione dello spazio sono ora vincolate, il desiderio di esplorazione (attra)verso nuovi mondi ignoti continua proprio nella forma della narrazione, racconti di territori che non si sono potuti conoscere fisicamente.
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