Monasteri dismessi: proposte per una soluzione giuridica
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-1602/10833Parole chiave:
monasteri dismessi, chiesa cattolica, comunità religiose, soluzioni giuridiche, VicopelagoAbstract
La dismissione dei monasteri solleva notevoli problematiche dal punto di vista giuridico. Occorre, dunque, ricercare gli strumenti giuridici, sia di diritto civile, sia di diritto amministrativo che, nel rispetto della cornice fornita dal diritto canonico, possano consentire in concreto la valorizzazione culturale e il riuso di questi edifici, riuscendo a conciliare le esigenze di fattibilità economica con i possibili nuovi usi profani, mantenendo, laddove possibile, la proprietà in capo all’ente ecclesiastico. Per questo, accanto ai classici strumenti dei diritti reali di godimento (superficie e usufrutto) ovvero dei diritti relativi (locazione, affitto e comodato), occorre meglio indagare l’applicabilità di altri istituti, quali gli accordi per la valorizzazione dei beni culturali di proprietà privata e le sponsorizzazioni di cui rispettivamente agli artt. 113 e 120 del codice dei beni culturali e del paesaggio, nonché il trust, il project management e il project financing. Questi strumenti potrebbero essere utilizzati, tuttavia, sotto il controllo di un ente fondazionale, attorno al quale radunare e conciliare i diversi interessi rappresentati dagli stakeholder. È questo l’auspicio per una “nuova via di redenzione” che possa far rinascere l’ex monastero di Vicopelago, ovvero il caso di studio esaminato dalla Lucca Summer School, verso nuovi usi sociali, artistici e culturali compatibili con la sua storia e le diverse funzioni che questo bene ha saputo assumere nel corso del tempo.
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