Call for Papers – Dominio del Sacro [nuova scadenza]
Questa nostra rivista, In_bo, proprietà del Dipartimento di Architettura dell’Università di Bologna, è gestita da molti anni nella collaborazione tra Centro Studi Cherubino Ghirardacci di Bologna e Fondazione Flaminia di Ravenna. Questo rapporto, lungamente protrattosi de facto, è stato recentemente formalizzato mediante una apposita convenzione che, fissando formalmente i rapporti e i ruoli tra i soggetti implicati, rafforza anche l’identità culturale e l’autorevolezza di questa nostra testata.
In_bo è una rivista dedicata allo spazio (architettonico, urbano, vasto) in quanto abitato dall’uomo.
La preminenza di questo aspetto conduce a considerare lo spazio come un complesso deposito culturale. Funzioni, usi, comprensioni dei luoghi vengono considerati come il prodotto di una forma sociale, di una visione del mondo, di una Weltanschauung privata o condivisa, di una élite, di una personalità preminente o di una intera comunità organizzata.
L’intreccio di questi significati e valori si condensa particolarmente nel fenomeno urbano. Le città, pertanto, non si possono considerare solo una forma particolare od esemplificativa dell’abitare, ma ne costituiscono quasi il paradigma.
Ci è parso allora utile con questo numero tentare un approfondimento sulle radici della città moderna in occidente e sull’evoluzione degli strumenti che si sono adottati per conoscerla o controllarla.
L’occasione per questo affondo ci è anche stata suggerita dalla ricorrenza, nel 2019, dei 500 anni dalla nascita di Cherubino Ghirardacci, religioso agostiniano, bolognese, storico e cartografo, a cui si devono i primi studi intorno a riproduzioni a volo d’uccello della città di Bologna, perfezionati poi nella celebre vista degli appartamenti vaticani.
Il Centro Studi Ghirardacci ha celebrato l’anniversario del suo eponimo con una giornata seminariale interdisciplinare e con una mostra presso il Museo dell’Archiginnasio (6 dicembre 2019 – 6 gennaio 2020).
Oggi questa call intende proseguire e amplificare quell’occasione di incontro tra persone e saperi attenti ad un tempo di particolare mutamento nelle forme e negli strumenti con cui la città si conosce, si rappresenta e si governa in occidente.
Infine, per non fingerci tuttologi, e perché questi temi sono già delicato oggetto di studi particolari, ci siamo affidati a due curatori straordinari per questo numero, i professori Mario Carlo Alberto Bevilacqua (Università di Firenze) e Marco Folin (Università di Genova), che ringraziamo per avere accettato il nostro invito.
La Redazione
Call for Papersa cura di:
Mario Bevilacqua
Università degli Studi di Firenze
Marco Folin
Università degli Studi di Genova
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Fra Cinque e Seicento la geografia politica italiana si polarizza intorno a un gruppo di città di varia grandezza e tradizione: Roma e Firenze, Milano e Napoli, Genova e Venezia, Torino e Modena, antiche repubbliche e nuove capitali dinastiche, satelliti delle grandi monarchie europee e piccoli centri signorili. L’incontro – più sporadicamente lo scontro – tra i dettami del Concilio di Trento e gli interessi delle élites dominanti di queste città pone le basi per inedite forme di controllo sociale, culturale, spirituale, alimentando nuovi assetti e politiche urbani, in cui la presenza e la gestione del sacro diventa elemento fortemente condizionante.
Protagonisti sono allora la capillare presenza degli ordini religiosi maschili e della clausura femminile, il rinnovato apporto della curia vescovile residente, l’entità parrocchiale e il suo ruolo di controllo e registrazione sociale, il consolidarsi della presenza confraternale, il sorgere di nuovi luoghi di culto e pratiche di devozione.
In questo contesto la città italiana viene investita da nuove attenzioni, che in parte riflettono la temperie politico-religiosa, in parte rispondono ad alcuni cambiamenti tangibili del paesaggio urbano europeo: variazioni di scala dovute alle dinamiche demografiche ed economiche, processi di aristocratizzazione, il generale irrigidimento dei costumi, dei rapporti, dei valori coltivati nei più diversi ambiti della vita cittadina. Sono fenomeni che i contemporanei osservano con attenzione, elaborando nuovi strumenti di indagine, analisi, rappresentazione della città e dei relativi spazi ed edifici, ponendosi il problema di come indirizzarne la trasformazione, il rinnovamento architettonico e urbano.
Tutta la cultura del tempo è intrisa di questo rinnovato interesse per la città, la sua storia passata e il suo stato presente: la nascita e i primi orientamenti dell’archeologia cristiana ne sono un esempio fra i molti. Il mercato della stampa registra questi indirizzi che alimentano interi filoni editoriali, marcati da libri di grande fortuna e che possono essere considerati emblematici, come Delle cause della grandezza delle città di Giovanni Botero o Roma sotterranea di Antonio Bosio. Storie municipali, guide antiquarie, repertori di epigrafi, storie genealogiche, vite di santi, eroi e artisti locali, costruiscono un immaginario collettivo che passa attraverso la definizione del sacro.
Un’esigenza diffusamente avvertita è quella di poter disporre di strumenti di conoscenza della città nella sua dimensione topografica: piante, vedute, rilievi, manoscritti e a stampa. L’incisione, il libro illustrato, la cartografia diventano un mezzo di governo, ma anche uno strumento per diffondere rappresentazioni ufficiali e controllate, al tempo agiografiche o denigratorie, politiche e polemiche. Il caso di Bologna – soggetto di piante e rilievi a stampa, oltre che della grande veduta nella Sala dedicata nel palazzo Vaticano – è emblematico, ma quello di Torino nuova capitale è ugualmente significativo. Immagini di esemplare valore simbolico sono prodotte a Roma (dove la città antica, la cristiana e la pontificia si stratificano una sull’altra), così come a Milano, Siena, Napoli, solo per ricordare i casi più noti.
Un po’ dappertutto si istituiscono nuove magistrature con competenze in fatto di acque e strade, oppure le magistrature medievali vengono assoggettate a più stretti controlli da parte delle autorità sovrane. Vengono emanate normative che mirano a regolamentare il regime degli spazi pubblici in modo più puntuale che in passato: norme di decoro urbano, leggi di esproprio, incentivi al rinnovamento architettonico, ecc. I saperi ‘tecnici’ e i relativi cultori (architetti, ingegneri, agrimensori, giuristi, periti di vario genere) si vedono riconosciuto un ruolo più rilevante e specifico.
Si sollecitano pertanto contributi che prendano in considerazione:
singole realtà urbane e aspetti della loro rappresentazione topografica, vedutistica, simbolica, in relazione a usi e fini diversi, a partire dalle specificità insorte in età post-tridentina;
episodi di intervento urbano in relazione alla configurazione di una nuova immagine della città in età post-tridentina;
analisi trasversali di aspetti, dinamiche, questioni legate ai temi di cui sopra (congiunture, contaminazioni, punti di svolta, affinità generazionali…).
Il volume ambisce a esplorare – in un contesto già relativamente noto – le molte zone d’ombra che rimangono poco studiate: città, magistrature, personaggi emblematici; fonti documentarie, grafiche e cartografiche, ignorate o che potrebbero essere interrogate in modo diverso dal passato; casi paradigmatici di immagini urbane e della relativa diffusione.
Dal punto di vista cronologico, l’accezione post-tridentina va intesa in una dimensione dilatata: proposte che tocchino le trasformazioni degli assetti cinque-seicenteschi nei secoli successivi saranno benvenute. Altrettanto auspicabili le aperture comparative ad altri contesti politico-istituzionali, sociali e culturali, così come verso gli orizzonti in cui le manifestazioni di riforma del cattolicesimo romano si sono incontrate/scontrate con le riforme protestanti o i credi non cristiani.
Possibili spunti:
Cartografia sacra (carte e vedute di città sotto l’egida della Vergine o dei santi patroni);
Cartografie della catastrofe (pestilenze, terremoti, incendi, distruzioni belliche);
Ordini religiosi e carte di città (rilievi commissionati in seno a specifici Ordini; carte di conventi e monasteri…);
Carte e vedute della povertà/marginalità/segregazione cittadina (ospedali, ospizi, ghetti…);
Le immagini urbane come strumento di controversia religiosa
L’iconografia urbana nel mercato della stampa (fogli volanti, incisioni d’autore, illustrazioni librarie…);
Piante e rilievi nelle pratiche d’ufficio delle magistrature urbane
Città di carta VS città di pietra (repertori grafici/demarcazioni fisiche di strade, quartieri, circoscrizioni);
La rappresentazione delle città nei grandi cicli geo-iconografici (es. Galleria delle carte geografiche in Vaticano);
Immagini urbane e distinzioni cetuali (carte e vedute come strumento di demarcazione sociale);
Strumenti, pratiche, manuali, mestieri del rilievo e della rappresentazione urbana.
Gli autori sono invitati a inviare un abstract in italiano o inglese (3000–4000 battute, spazi inclusi) alla mail in_bo@unibo.it entro il 1 ottobre 2020. Gli abstract dovranno essere redatti attenendosi alle linee guida della rivista. Al contributo dovrà essere allegata una breve bio (max 350 battute, spazi inclusi) e l’affiliazione.
Maggiori informazioni nelle linee guida della rivista.
In caso di accettazione dell’abstract, i saggi dovranno essere caricati sulla piattaforma online di in_bo al sito https://in_bo.unibo.it, in lingua italiana o inglese (con abstract in entrambe le lingue), e con una lunghezza compresa tra le 20.000 e le 60.000 battute spazi inclusi. I saggi saranno sottoposti ad una procedura di double-blind peer review.
Calendario- 1 ottobre 2020 30 ottobre 2020 | Chiusura call for abstracts
- 31 ottobre 2020 16 novembre 2020 | Notifica di accettazione degli abstract
- 30 aprile 2021 | Consegna del saggio
- Giugno 2021 | Conclusione del processo di revisione
- Settembre 2021 | Pubblicazione