Call for Papers: Raccontare la città (in_bo Vol. 11, N. 15)

2019-07-15

Aggiornamento: scadenza prorogata al 6 ottobre!

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abstract

I will summarize the standard understanding of the city […] as one of moment and process. ‘Process’ because urbanization has been understood as a transformation over space and time: of population, of urbanism as a way of life and its corresponding form of settlement space […]. ‘Moment’ because, in the standard understanding, cities are the still frames comprising the urbanization process: Stop the process at any point in time, and the discrete spaces you observe are the extent of urbanization. (Wachsmuth, 2014)

Proveniente da campi del sapere esterni all’architettura e alla pianificazione, il termine narrazione è usato per esprimere le intenzioni che sottendono, prefigurano, progettano dinamiche e discipline dello spazio urbano. Lo sconfinamento, spontaneo o provocato, dimentica la sua origine filosofica (fu un termine centrale nelle teorie di F. Lyotard) ma non la sua struttura più intima. Conservando sempre la nativa relazione tra comunicazione e suo medium, le narrazioni vengono esperite da differenti strumenti: da quelli della pianificazione e della regolamentazione della città, fino a operazioni collettive spontanee.

Nel fondare l’indagine nata da uno spostamento semantico, sorgono le domande principali della nostra ricerca: qual è il rapporto tra narrazioni e progetto nel destino delle città? Le narrazioni urbane preesistono alla città, ai suoi modelli e alle sue modificazioni, oppure ne conseguono?

In forma di epiteti e teorie essi ne alimentano i dibattiti, ne conducono le azioni decisionali, prefigurano la complessità in nuove forme. Intesi come strumenti che operano sulle/con le pratiche urbane, i racconti e le narrazioni rivestono più ruoli: possono essere uno strumento maieutico, incubatore degli apporti sociali e culturali che innescano fenomeni di metamorfosi della città (producendo modelli di città); possono costituire uno strumento metodologico, utile per registrare e interpretare le trasformazioni in atto. Possono essere d’altra parte e al contempo vincolo o preclusione verso orientamenti nuovi, accelerazioni di futuro o prospettive inedite.

in_bo Vol. 11, nº. 15 intende porre l’attenzione sul rapporto tra narrazioni e città, indagando il ruolo attuale di uno strumento e la sua capacità a farsi supporto delle pratiche urbane. in_bo cerca con questa call contributi interdisciplinari, che potranno essere presentati in forma testuale o illustrata. Tutti i contributi testuali selezionati saranno sottoposti a processo di double blind peer review.

PremesseNarrazione quale strumenti o limiti di interpretazione e riscrittura delle città?

1.

Il secolo XX ha enfatizzato il ruolo ed il tema delle narrazioni urbane. Numerosi autori hanno alimentato il dibattito architettonico, sociologico, filosofico, fornendo un vasto scenario, che ha trovato nel corso degli anni Settanta la sua espressione più rappresentativa. Filosofi e pensatori quali Ludwig Wittgenstein (1967), Henri Lefebvre (1970) e Jean Francois Lyotard (1979) hanno individuato nella narrazione lo strumento chiave delle osservazioni, delle analisi e della fondazione dei fenomeni urbani.

2.

Più recentemente, il dibattito ha ripreso vigore nel contesto americano. Un saggio di David Wachsmuth (Wachsmuth, 2014) porta a esempio il carattere ideologico di alcune teorie fondative del disegno urbano: l’opposizione tra città e campagna, l’autonomia del sistema-città, la città come tipologia “ideale”, per includere in senso più vasto anche il capitalismo, considerato come ulteriore narrazione in grado di innescare a sua volta trasformazioni urbane.

3.

L’uso dello strumento-narrazione come nuovo calibro della disciplina progettuale, come aiuto all’inadeguatezza di alcuni strumenti di pianificazione, viene poi ripreso nell’editoriale della rivista olandese OASE n.98 (2017). Lo strumento-narrazione, specialmente nelle dinamiche di riqualificazione urbana, viene considerato utile nel momento in cui i progettisti si trovano a raccogliere e collezionare differenti aspetti del paesaggio urbano: dalla natura sociologica fino a quella politica ed economica.

Vi è d’altra parte il tema della inevitabilità delle narrazioni, e di una loro moltiplicazione ad assorbire anche la contraddittorietà e gli opposti nella moltiplicazione delle individualità e delle culture, tanto frammentate da coincidere con gli individui, o aggregate in nuclei e gruppi che proiettano sulle forme urbane narrazioni e miti lontani, originati altrove.

Temi

Le vicende della contemporaneità e le loro ricadute sullo spazio urbano portano a interrogarsi sulle relazioni tra narrazioni e progetto. Variamente esplorate nel dibattito accademico, tali relazioni stanno conoscendo nelle città Europee momenti di confronto e di analisi puntuale, evidenziando il disallineamento gli strumenti di pianificazione e regolamentazione e le narrazioni a cui si riferiscono. Quale relazione tra narrazioni, metamorfosi e pratiche urbane?

a. Narrazioni come strumento di progetto e pianificazione. Esempi a confronto

È ancora teoricamente sostenibile e praticamente perseguibile una relazione tra narrazioni e progetto nel disegno della città contemporanea? Oppure la cessazione di piani disegnati è implicita ammissione di un definitivo divorzio tra urbanità e narrazioni rispetto al quale non si riescono però a costruire alternative e variare modelli?

Esistono esempi che sconfessano questa frattura? Le narrazioni possono ancora dialogare con le pratiche urbane? Agli estremi teorici di questa relazione vi è da un lato un progettare che è solo reiterazione della medesima narrazione, verso un risultato iconico e cristallizzante, mentre, all’altro estremo, il rifiuto di ogni narrazione, per un progetto eversivo, rivoluzionario, oppure assolutamente e davvero libero, con il rischio di frantumazione sul confini dei lotti con libertà divergenti.

Oltre a considerazioni e tesi di ordine teorico, la presente Call for Paper è altrettanto interessata a casi di studio di ordine pratico: quali esemplificazioni a questi modelli tendenziali? Quali progetti, piani o città possono essere considerati emblema o esempi delle suddette direzioni?

b. Le narrazioni all’intersezione con i fenomeni urbani: origine o esito?

In che rapporto stanno le narrazioni con il dinamismo del tessuto urbano? La domanda acquisisce particolare ricchezza e complessità in relazione all’abitare contemporaneo. In che misura la realtà è il prodotto di una narrazione e in quale misura invece le narrazioni sono interpretate e/o integrate in rapporto alla realtà? È maggiore l’inerzia al cambiamento del tessuto e del fenomeno urbano o piuttosto del racconto, della narrazione o del mito che tende ad ipostatizzarlo?

Oltre a considerazioni di ordine teorico, la presente call for papers è altrettanto interessata a proposte che considerino casi di studio e sperimentazioni tecniche volte a garantire il successo di lungo periodo e l’accettazione sociale delle azioni di pianificazione, agendo tanto sul disegno dei luoghi, quanto sulla loro narrazione.

Cosa inviare, come e quando

I contributi potranno rispondere a queste domande, ma anche a molte altre che la call non ha espresso esplicitamente. Cerchiamo tipologie differenti di contributo.

Saggi – Gli autori sono invitati a inviare un abstract (3000-4000 battute, spazi inclusi), in lingua italiana o inglese, indicando quali domande intenda sviluppare. La redazione dell’abstract deve essere effettuata attenendosi alle linee guida della rivista.

Immagini – Si può partecipare sottoponendo disegni e progetti fotografici che dovranno giustificare l’attinenza a uno dei tre temi proposti, con un breve abstract esplicativo (massimo 1000 battute, spazi inclusi). Le immagini verranno stampate su carta. Le immagini pervenute saranno sottoposte a un processo di blind peer review (si potrà firmare l’opera una volta accettata).

Tutti i documenti dovranno essere inviati, entro e non oltre il 20 settembre 6 ottobre 2019, all’indirizzo in_bo@unibo.it. Al contributo dovrà essere allegata una breve bio dell’autore (max 350 battute, spazi inclusi) e l’affiliazione. I curatori comunicheranno in seguito l’eventuale accettazione.

In caso di accettazione dell'abstract, i saggi dovranno poi essere caricati, seguendo la procedura online, sulla piattaforma di in_bo dal sito https://in_bo.unibo.it, in lingua italiana o inglese (con abstract in entrambe le lingue), e con una lunghezza compresa tra le 20.000 e le 60.000 battute, spazi inclusi. Sia l’abstract, sia l’eventuale paper saranno sottoposti a double blind peer review.

in_bo

in_bo è una rivista di ricerche e progetti per il territorio, la città e l’architettura. Attraverso un palinsesto di temi indaga la contemporaneità in modo disciplinarmente trasversale, rifuggendo da specializzazioni che non accettano scambi (o accessi) al sapere. Predilige la domanda alla risposta, le dinamiche alle statistiche, la critica al commento.

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