@article{Sturm_2021, title={La Civitas Sancta carmelitana: Fondazioni conventuali e ridisegno urbano nella Roma del primo Seicento }, volume={12}, url={https://in-bo.unibo.it/article/view/13215}, DOI={10.6092/issn.2036-1602/13215}, abstractNote={Dopo l’epocale riforma promossa da Teresa d’Avila tra 1562 e 1582, i Carmelitani Scalzi, nel quadro di una vivace irradiazione missionaria, approdano in Italia nel 1584, per conquistare progressivo rilievo fisico e politico nella capitale pontificia, dove si stabiliscono dal 1597. Otto insediamenti, sia maschili che femminili, vengono fondati a Roma lungo il XVII secolo dai Carmelitani riformati. Tre monasteri (S. Maria della Scala, S. Egidio, Regina Coeli), oltre a una casa per “le Convertite”, poi evoluta nel monastero della Penitenza, trovano collocazione nell’area di Trastevere, dando forma ad una esemplare cittadella carmelitana. Le nuove polarità religiose, collegate ad ambiti devozionali di crescente attrattività nella Roma barocca, disegnano sul tracciato della città controriformata aree di influenza, percorsi di pellegrinaggio, teatri cerimoniali, spesso enfatizzati da recuperi reliquiari, apparati effimeri e pubbliche celebrazioni, come quelle per la canonizzazione teresiana del 1622. Nei primi decenni del Seicento, i principali insediamenti carmelitani si attestano lungo via della Lungara, strategica connessione tra Trastevere e il Vaticano, e la via Pia, arteria regale di Roma barocca, contribuendo a definire quelle traiettorie fisiche, ideali e spirituali che avrebbero manifestato duraturi effetti sul rinnovamento urbano nei decenni a venire.}, number={16}, journal={IN_BO. Ricerche e progetti per il territorio, la città e l’architettura}, author={Sturm, Saverio}, year={2021}, month={gen.}, pages={78–93} }